La mattina del 11 dicembre alle ore 4.30 l’impianto TMB Salario di Ama è andato a fuoco, la nube tossica che si è sprigionata dall’edificio ha ricoperto Roma con una nube tossica. A pagarne le spese in termini di future malattie onco-cardiorespiratorie saranno i cittadini del X municipio e parte del municipio IX.
La cosa che piu duole è che questa era una tragedia annunciata e visto che i media nazionali non lo fanno la facciamo noi di Agoa un po di informazione:
28 Agosto 2018. Allo stabilimento Salario mentre era in corso un’intervista dell’assessore all’ambiente Pinuccia Montanari, un lavoratore dirigente sindacale della RSU-USB tenta di informare del disagio dei lavoratori sulla questione dei miasmi e accumulo dei rifiuti, prendendosi un rapporto disciplinare da parte di AMA , senza tra l’altro riuscire ad esternare le ragioni sindacali.
1 ottobre 2018. la USB-Ama insieme ai delegati della RSU aziendale aderiscono alla campagna nazionale indetta da USB sulla sicurezza nei posti di lavoro. I lavoratori istituiscono un presidio con volantinaggio per sensibilizzare i colleghi sui rischi per la salute dei lavoratori all’interno dello stabilimento e fuori per i cittadini, dovuto al sovraccarico dei rifiuti, rendendolo di fatto un sito di stoccaggio, ormai discarica. Per aver rilasciato queste dichiarazioni il referente della USB viene sottoposto a contestazione disciplinare (ndr. 2 nel giro di una settimana ). Al presidio interveniva il Presidente del municipio Roma III, il quale solidarizzava con i lavoratori ed evidenziava i rischi per la salute anche dei suoi concittadini, Invitando i partecipanti ad iscriversi all’osservatorio permanente municipale.
Foto
6 Ottobre 2018. Nonostante la mobilitazione della USB, mentre i lavoratori continuavano ad essere impiegati con tutti i rischi connessi all’attività fuori ordinanza, i cittadini del III municipio, indicevano la prima manifestazione dell’osservatorio municipale, dichiarando l’impianto un’emergenza Sanitaria Nazionale.
10 Dicembre 2018. La USB-AMA, inoltra un volantino di denuncia, dove evidenzia che la relazione di Arpa Lazio relativa all’impianto TMB Salario rende giustizia di quanto dichiarato da anni dai lavoratori USB-RSU per cui lo stabilimento è fuori controllo, e l’alleanza lavoratori-cittadini è l’unica arma per disinnescare la mina dell’emergenza sanitaria nel III municipio.
11 Dicembre 2018. l’autocombustione della “discarica” Salario, alle ore 4.30 del mattino, brucia migliaia di tonnellate di rifiuti, regalando ai cittadini Roma il piu grave disastro ambientale di tutti i tempi.
Conclusioni:
quello che doveva essere un fiore all’occhiello della politica e del piano industriale di Ama si è trasformato in una disfatta e tragedia dalle conseguenze inimmaginabili, almeno per quelle sulla salute di chi ha respirato veleni della nube tossica.
Vi chiederete come al solito di chi saranno le colpe, vi diciamo subito di chi non sono: Cittadini e Lavoratori, unici soggetti a pagarne le conseguenze.
Alla sbarra degli imputati sono chiamati a rispondere:
Ministero Ambiente: circolare N4064 del 15 marzo 2018 ( linee guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione rifiuti e per la prevenzione dei rischi) oltre che emanare linee guida deve sovraintendere tutti gli enti preposti
Ispra: (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) deve sovraintendere tutti i controlli ambientali e di ispezione sostanze pericolose.
Regione Lazio: in quanto le linee guida e le verifiche di assogettabilità a valutazione di impatto ambientale sono di sua competenza.
Arpa: (Agenzia Regionale Protezione Ambientale del lazio ) la competenza di verifica e controllo delle AIA e di tutto il suolo regionale è di sua competenza.
Comune di Roma di Roma: lo stabilimento e gli impianti sono di sua proprietà, e sua la responsabilità politica, oggettiva e amministrativa degli immobili.
Ama Spa: in quanto azienda affidataria del servizio, e la gestione degli impianti in essere, deve assicurare la massima efficenza e sicurezza degli impianti e
Sono chiamati alla sbarra in quanto correi della situazione di grave degrado dell’azienda Ama le sigle territoriali di CGIL-CISL-UIL-FIADEL, che con la loro sorda indisponibilità verso le problematiche dei lavoratori e cittadini, hanno cercato di mettere una pezza a modo loro: accordi con la Dirigenza di Ama Spa per azzittire i lavoratori prendendoli per la gola, risolvendo monetizzando la salute e sicurezza, attraverso aumento delle ore di straordinario e premio di presenza.
Oggi i lavoratori dell’impianto pagano pesantemente queste scelte scellerate, con malattie e deficit fisici.
__________________________________________
Team Agoa