Una volta tanto il management AMA fa il proprio dovere:cacciata via una società inadempiente, tolto l’appalto sulla salute dei lavoratori.
Questo sarebbe stato un onesto articolo di giornale, e invece continua la campagna vergognosa dei “servi giornalisti” al soldo di editori interessati unicamente a screditare l’Ama e di conseguenza i lavoratori.
Noi come lavoratori possiamo essere testimoni di ciò che è successo:
Il Cispi non avendo strutture si era appoggiato allo studio medico privato San Raffaele.
Per massimizzare ancor di più gli introiti, venivamo visitati a gruppi di otto persone. Considerando 6 gruppi circa a mattinata, e moltiplicando pertanto 6×8=48 lavoratori, abbiamo stimato che il Cispi dedicava ad ogni lavoratore che raccoglie rifiuti per strada circa 7,5 minuti….
-360/48=7,5 minuti a lavoratore!!!!-
dopodichè la prossima visita, se tutto va bene, fra un anno.
Ora non bisogna essere medici per considerare insufficiente e ridicolo il suddetto tempo dedicato per valutare l’idoneità fisica di un lavoratore.
Nel dettaglio, lo screening in 8 minuti, doveva effettuare: prelievo delle urine, prelievo del sangue, visita oculistica- uditiva, anamnesi generale, ecocardiogramma, screening delle droghe e alcolemico. Figurarsi se trovavano il tempo per leggere eventuali certificazioni specialistiche o della ASL che, al contrario di quanto dicono il Cispi e il servo giornalista di Repubblica, sono stati da sempre necessari per certificare eventuali patologie invalidanti (altro che le bugie delle autocertificazioni).
Ci piacerebbe se qualche medico non di parte ci desse un suo parere!!!
Evidenziato come vengono “trattati” i lavoratori, possiamo affermare che La Cispi non ha fatto altro che ridare l’idoneità a “tutti indistintamente” senza aver effettuato un vero screening medico. Decine di ricorsi impugnati dai colleghi sono stati recepiti dalle ASL che hanno disposto immediatamente l’inidoneità di personale non deambulante, sordo e affetto da altre gravi patologie. Ma questo crediamo sia compito della magistratura appurarlo.
Non ci stiamo come lavoratori ad essere usati dai pennivendoli come carne da macello per salvare quel sistema marcio e corrotto da loro stessi sostenuto, e che oggi grava sulla società.
Siamo consapevoli che tra i non idonei molti erano “figliastri” di CGIL-CISL-UIL-FIADEL , per questo siamo contenti che alcuni furbetti siano tornati a lavorare, ma non possiamo esimerci dallo stigmatizzare la non professionalità della Cispi che irresponsabilmente, per aumentare il già grasso profitto, ha omesso di visitare e valutare lo stato di reale malattia di molti colleghi, tra l’altro in maggioranza di sesso femminile,
Ai furbetti della carta stampata invece consigliamo di fare più uso della carta igienica, al posto della stampata. Comprendiamo che per lavorare sono costretti a compiacere il padrone-editore, ma un minimo di onestà deontologica oltre che intellettuale gli risparmierebbe almeno di essere presi per culo.